Impianti solari a terra

Questi impianti offrono capacità di scalabilità e costi relativamente contenuti per kWh, soprattutto quando si parla di grandi volumi e di terreni agricoli o industriali riutilizzabili. Possono essere a inseguimento (tracking) o a inclinazione fissa, con distanze adeguate per facilitare la manutenzione e il deflusso dell’acqua. Un tema chiave è la zavorra: per evitare fondazioni tradizionali, molti sistemi a terra impiegano pesi concreti o zavorre in acciaio per resistere al vento, ridurre i tempi di installazione e mantenere l’aftercare senza perforare il terreno.

 

Questi impianti hanno avuto notevole sviluppo dal 2010 circa  risultando risolutive per lo sfruttamento di terreni non adatti a agricoltura, terreni pietrosi, aridi e non fertili. Le zavorre per fotovoltaico, opportunamente dimensionate, devono gestire sollecitazioni da vento (uplift) e, in zone sismiche, adesione alle normative locali. Vantaggi: rapida installazione, riutilizzabilità delle strutture, minore impatto su fondazioni sottostanti rispetto alle fondazioni a palo. Limitazioni: consumo di suolo, possibile compromissione di terreni agricoli o paesaggistici, necessità di sistemi di drenaggio e manutenzione periodica per evitare cedimenti o spostamenti.